Storia e origini della cavia

Ho cercato su vari siti l'origine e la storia della cavia e le varie distinzioni tra le specie selvatiche e domestiche: mi sembra che siano sempre abbastanza confusionari, ognuno sostiene tesi leggermente diversi dagli altri. Mi sembra comunque di aver trovato nell'articolo che segue una descrizione abbastanza soddisfacente e riferimenti ad una vasta bibliografia.

History of the Guinea Pig (cavia porcellus) in South America - a summary of the current state of knowledge.
di Michael S.Forstadt

La storia della cavia (cavia porcellus) in Sud America - un riassunto dello stato attuale delle conoscenze

Introduzione

Malgrado gli archeologi abbiano studiato la preistoria della civiltà Andina per oltre un secolo, le prime forme di sfruttamento indigeno della cavia (nota come "cuy" in Sud America) non sono così chiare come lo è l'addomesticamento di altre specie animali economicamente importanti nel mondo. Ciò che segue è una introduzione veramente breve a quanto è attualmente noto riguardo le cavie, la storia iniziale del loro addomesticamento e il tradizionale uso andino che continua fino ai nostri giorni. Queste informazioni saranno aggiornate periodicamente, ma si riporta per il lettore una selezione bibliografica utile come punto di partenza per ricerche personali più approfondite.

Cavie selvatiche

La tassonomia e la nomenclatura biologica è mutevole e spesso controversa. A parere mio (e di molti altri ricercatori) la fonte più autorevole è l'elenco Mammal Species of the World conservata dall'Istituzione Smithsoniana.

D'accordo con la maggior parte dei biologi, la cavia viene classificata come segue: classe: Mammiferi; ordine: Roditori; sottoordine Istricomorfi; famiglia: Cavidi; genere: Cavia; specie: Cavia porcellus. Alcuni ricercatori preferiscono elevare i due sottoordini dei Roditori allo stato di ordine: sotto questo schema, i "veri" roditori (scoiattoli, ratti, topi ecc.) vengono distinti dai cosiddetti roditori "istricomorfi" (porcospini, cincillà, capibara, cavie ecc). La distinzione è fondamentalmente semantica poiché entrambi gli schemi di classificazione ammettono due discendenze principali tra gli animali conosciuti comunemente come roditori.

La famiglia dei Cavidi si distinse geologicamente per la prima volta durante il Miocene e oggi consiste di tre generi e oltre 20 specie limitate al continente Sud Americano. La famiglia è caratterizzata da vari tratti come la formula dentaria (i1/1 c0/0 p1/1 m3/3= 20denti) e le dita (4 davanti e 3 dietro). Oltre ai porcellini d'India (Cavia), altri membri di questa famiglia sono le cavie della Patagonia o maras (Dolichotis) e le cavie delle rocce o mocos (kerodon). Tutte le specie di questa famiglia sono state usate come cibo dagli uomini, sebbene si sappia che solo la Cavia è stata addomesticata.

La cavia domestica è stata descritta per la prima volta nel 1758 da Linneo con il nome di Mus porcellus. Nel 1766 Pallas classificò indipendentemente la specie con il nome Cavia cobaya (il nome del genere coniato in Latino dal Tupi sawiya attraverso il portoghese av'a/sav'a="ratto"). In seguito il nome scientifico della specie fu trasformato in Cavia porcellus in ottemperanza alle regole internazionali per la nomenclatura zoologica, poiché le cavie chiaramente non appartengono al genere del topo (Mus). Attualmente vengono elencate dagli Smithsoniani 5 specie di Cavia, anche se non senza contestazioni. La C. tschudii è quella che viene considerata più spesso come l'antenato della cavia domestica, sebbene alcuni ricercatori attribuiscano questo onore alla C. aperea. Molti biologi non riconoscono la C. aperea come una specie distinta dalla C. tschudii perciò le chiamano entrambe con il secondo nome. Altri studiosi non pensano che la cavia selvatica e quella domestica siano abbastanza differenti da costituire specie distinte e quindi si riferiscono a entrambe con il nome C. porcellus. Alcuni di questi ricercatori pensano che una parte significativa della razza selvatica sia rappresentata da una popolazione inselvatichita di porcellini un tempo addomesticati.

In Sud America le cavie selvatiche o inselvatichite abitano aree rocciose, savane, i bordi delle foreste e delle paludi dalla Colombia e dal Venezuela verso sud fino al Brasile e fino all'Argentina del nord. Le cavie vivono in gruppi di circa 10 individui e abitano tane scavate direttamente da loro o da altri animali. Sono maggiormente attive durante la notte, quando vanno alla ricerca di una gran varietà di piante. Allo stato selvatico le cavie si riproducono tutto l'anno. Le femmine solitamente partoriscono 2 volte all'anno 1-4 cuccioli per volta. Gli adulti raggiungono un peso di 700 grammi. La pelliccia della varietà selvatica è generalmente più diritta e più lunga rispetto alla razza domestica a pelo raso, sebbene sia comunque più corto e dritto rispetto alle razze a pelo lungo domestiche. Il colore è molto meno vario rispetto a quello delle cavie domestiche; generalmente tende al grigio o al marrone e può essere considerato molto simile all'aspetto delle varietà "agouti". Vedi esempio.

Storia dell'addomesticamento

Le cavie possono essere state una delle più importanti risorse di cibo nell'antico Perù addirittura da prima dell'epoca Inca. Sfortunatamente la ridotta grandezza delle loro ossa e la moderna tendenza a gettarle in mucchi di rifiuti all'aperto-- dove vengono immediatamente e completamente divorati dai cani-- può essere un'appropriata analogia per spiegare perché le cavie sembrano essere drammaticamente poco rappresentate nelle raccolte archeologiche di ossa. Questo rende più difficile per gli archeologi collocare con precisione l'addomesticamento della cavia nel tempo e nello spazio. Ad ogni modo gli archeologi peruviani sostengono che l'addomesticamento della cavia può essere iniziato as early as 5000 BCE nella regione dell'altipiano del sud del Perù e della Bolivia. E' in questa regione che si trova ancora oggi la cavia selvatica (Cavia tschudii). Le ricerche di Chavin de Huantar negli altopiani del centro nord del Perù documentano chiaramente lo sfruttamento della cavia come minimo dal 900 BCE. Quite early on, la cavia può essere stata sfruttata anche nelle pianure costiere, e le statue storiche che raffigurano le cavie sono note dalla regione Moche della costa a nord del Perù. In un contesto archeologico la Moche Valley mostra segni significativi dello sfruttamento delle cavie dal 200 BCE. L'evidenza archeologica dell'allevamento e dello sfruttamento delle cavie nelle pianure costiere dell'Ecuador risale come minimo al 500 BCE.

Dopo l'arrivo degli Spagnoli nel Nuovo Mondo le cavie arrivarono in breve anche nel continente europeo dove divennero immediatamente famose come animali da compagnia. La regina Elisabetta I stessa possedette una cavia e questo sicuramente può aver contribuito alla sua popolarità. Il nome "Guinea Pig", è di origine incerta: "Guinea" potrebbe essere una storpiatura di "Guiana" nel Sud America oppure potrebbe riferirsi alla Guinea nell'Africa dell'ovest dove la cavia potrebbe essere passata durante il tragitto verso l'Europa sulla rotta degli schiavi. Un'altra tesi sostiene che "Guinea" si riferisce al nome della moneta d'oro (ghinea) che si dice fosse appunto il prezzo pagato per l'animaletto che squittisce come un maialino.

Resoconto etnografico

La maggior parte della persone nelle regione delle Ande si riferisce alla Cavia porcellus con il nome cuy, sebbene per l'animale ci siano molti nomi strettamente legati alle varie zone (tra gli altri jaca, wanku, conejo paruano, curi, acurito ecc.). Si pensa che le "cuy" indigene andine con il passare del tempo si siano ridotte in dimensione a causa dell'allevamento e degli inbreeding (incroci tra consanguinei) estensivi, perciò sono state in seguito "create" scientificamente in Perù delle razze più grandi (alcune raggiungono quasi i 2 kg!) che vengono adesso incrociate con gli animali del luogo (creando così la cosiddetta mestizo cuy).

C'è una grande quantità di variazioni a livello biologico tra la popolazione nativa di cuy. La cuy domestica nativa andina può avere pelo lungo o corto, liscio o ispido. I colori più comuni sono il marrone scuro, il bianco, il grigio e le loro combinazioni. Il nero è il colore più raro e gli esemplari neri sono spesso selezionati per gli usi legati alla religione o alla medicina tradizionale. La vita media si aggira sui 3 anni, sebbene la cuy nativa possa occasionalmente vivere fino a 9 anni.

A livello di specie la cuy è estremamente adattabile a una grande varietà di climi, tuttavia il singolo individuo è molto sensibile a variazioni rapide delle condizioni atmosferiche locali. Per questa ragione le cavie sono di solito alloggiate al chiuso. Le cavie sono tradizionalmente tenute nel locale adibito a cucina, dove vengono lasciate libere. In alcune case vengono messe a disposizione delle cavie nidi o casupole di mattoni (cuyeros) come rifugio. La maggior parte delle famiglie andine tiene come minimo una ventina di animali in questo modo. Le cavie mangiano una grande varietà di cibo, il che spiega come esse possano adattarsi a vivere nel basso e caldo bacino delle Amazzoni, nella parte alta delle Ande e nelle aride pianure costiere dell'ovest. L'erba medica è la base della loro alimentazione, presente in molte di queste zone, sebbene alle cavie venga sempre messa a disposizione una grande varietà di scarti di cucina, e generalmente traggono tutta l'acqua di cui hanno bisogno dal foraggio che viene loro fornito.

La tradizionale popolazione andina raramente acquista una cavia. Una coppia di porcellini è infatti un dono tipico, specialmente per coppie appena sposate, ospiti speciali o per i bambini. Nonostante le cavie vivano in casa assieme ai loro proprietari, ad esse non vengono mai dati dei nomi e non vengono considerate come animali domestici. Vengono considerate alla stessa stregua dei polli. Le donne e i bambini sono i principali addetti alla cura delle cavie e devono procurare loro il cibo e ripulire il pavimento e i cuyeros. Anche i bambini possono possedere delle cavie all'interno del gruppo di famiglia, che vengono usate come "fondo" personale per regali o acquisti, in modo assai simile alla "paghetta" dei bambini Americani.

Le cavie sono state tradizionalmente allevate solo a scopo di consumo familiare, ma ora sono spesso vendute o barattate da quando molte remote regioni delle Ande hanno introdotto un'economia di mercato. Ma, nonostante abbiano recentemente acquisito un valore di scambio, le cavie sono ancora usate principalmente per il consumo a livello domestico.

Le cavie sono una parte vitale della tradizionale cultura Andina, sotto molti più aspetti di quanti se ne possano descrivere in questa breve introduzione. Oltre alla loro importanza come cibo di base, rivestono un ruolo cruciale in una varietà di rituali significativi per la società. Le cavie hanno seguito gli immigranti Andini e ora è possibile trovare cavie offerte come cibo nelle più importanti aree metropolitane del Nord America. Le cavie sono anche necessarie per varie pratiche religiose e cerimoniali. In più, le cavie sono state sempre usate nella medicina tradizionale (curanderismo) delle regioni Andine: una cavia viva viene legata al corpo del paziente malato (spesso emette degli squittii quando si avvicina ad una zona malata), dopodichè il curandero (o la curandera) ne esamina gli organi interni per arrivare ad una diagnosi. C'è una grande varietà di utilizzo delle cavie nella medicina tradizionale.

Conclusioni

Le ricerche relative all'evidenza archeologica e storica delle prime forme di sfruttamento delle cavie procedono nonostante le evidenti difficoltà tecniche della materia. Quanto più i progetti archeologici includeranno la zooarcheologia come parte integrante del progetto di ricerca, tanto più è certo che la storia dell'economia legata alle cavie verrà spinta indietro verso la preistoria. Cercherò di mantenere questo breve riassunto aggiornato.

Ringraziamenti

Dedicato alle mie cavie, presenti e passate.

Bibliografia

Includo il seguente breve elenco di scritti allo scopo di indirizzare quella parte del pubblico "profana" ad alcuni dei più accessibili, aggiornati e specifici riferimenti disponibili sulla storia e l'utilizzo della cavia in Sud America. Il libro di Morales (1995) è il resoconto etnografico più completo ed aggiornato sull'uso tradizionale della cavia nelle Ande ed è la risorsa principale per molte delle informazioni presentate in queste pagine.

Brothwell, Don (1983) Why on Earth the Guinea-Pig? The Problem of Restricted Mammal Exploitation in the New World. BAR International Series, Oxford. no. 173, pp.115-119.

Lanning. E.P. (1967) Peru Before the Incas. Prentice Hall, Englewood Cliffs.

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Miller, George P. and Richard L. Burger (1995) Our Father the Cayman, Our Dinner the Llama: Animal Utilization at Chavin de Huantar, Peru. American Antiquity 60 (3): 421-458.

Morales, Edmundo (1995) The Guinea Pig: Healing, Food, and Ritual in the Andes. The University of Arizona Press, Tucson.

Pozorski, Sheila (1979) Prehistoric Diet and Subsistence of the Moche Valley Peru. World Archaeology II (2):163-184.

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Walker, Ernest P. (1964) Mammals of the World. Johns Hopkins Press, Baltimore.

Wing, Elizabeth (1986) Domestication of Andean Mammals. In Adaptations and Evolution in Biota of High Tropical Montane Ecosystems, edited by M. Monasterio and F. Vuilleumier:246-263. Springer-Verlag, New York.